Pierluigi Billone
Il lavoro è concepito come una esplorazione e un cammino. Ogni stazione del cammino è un cerchio: un momento unico, aperto e richiuso ritualmente, che “scava” uno spazio all’interno della voce e del Canto.
Il Melos iniziale che apre KE AN è un noto antico canto greco (qui trasformato) e ha il ruolo di un punto fisso da cui la musica può solo allontanarsi.
Sonno, tu che porti via i bambini
Portami via anche questo
Te l’ho consegnato piccolo piccolo
Riportamelo grande
Grande come una montagna
Slanciato come un cipresso
Che domini da est a ovest
Poi la voce entra in una dimensione diversa: senza più identità.
L'interprete ha due ruoli contemporaneamente: il Canto e le azioni percussive. Sono due piani connessi ma separati, questo rende particolarmente difficile e delicato.
Il lavoro di interpretazione- all’interprete tutta la mia gratitudine e ammirazione. Nel corso del movimento i ruoli si scambiano:
Nel gioco di questi ruoli che si scambiano e si annullano ............
............Circumference between (E.Dickinson)............
unica cosa stabile rimane il corpo dell'uomo-interprete:
uno spazio potenzialmente aperto e vuoto attraversato dal (?) *Suono.
Una prospettiva che si allontana dalla concezione della voce e del canto tipica della nostra tradizione classico-romantica.
Un piccolo indizio ulteriore della tensione rituale di questo lavoro è anche nel nome che viene chiamato, inaudibile, Demetrios Efstriàtos (Demetrio Stratos - Solista vocale sperimentatore italiano morto nel 1976, che ha dedicato la sua attenzione alla scoperta della voce, il canto greco iniziale appare anche in un suo lavoro- Gerontocrazia).
...un mio tardivo e necessario ringraziamento, e ora il Cerchio è chiuso.
Federico De Leonardis: Pastorale e Catena 1987