Pierluigi Billone
Ogni strumento musicale è diverso e il rapporto corpo-strumento si sviluppa in un modo particolare. Fondamentalmente questo rapporto resta sempre aperto, ed è sensibile al mutamento. Nell ́Accordeon, il corpo è completamente a contatto con lo strumento, si prolunga in un gigantesco polmone. Si tratta di un rapporto fisico unico e specifico.
Proprio per la natura meccanica dello strumento talvolta il suono sembra accadere anche indipendentemente dall ́atto del suonare, come se esistesse già prima e si conservasse al suo interno anche dopo.
Così si è portati a immaginare il lavoro delle mani non solo un articolare-per-produrre ma anche e soprattutto un tastare-per-aprire e lasciare-apparire.
In questo caso fare il suono diventa un essere-in-contatto:
un ricevere e accogliere, e il tastare quindi un richiamare ed evocare.
Le articolazioni più consuete, che sono certo la ricchezza tecnica ed espressiva tradizionale dell ́Accordeon, vengono abbandonate, e sostituite da forme dinamiche diverse: gradi di energia in un suono o in aggregati complessi e instabili. E ́un mutamento di atteggiamento che genera e richiede inevitabilmente anche un parziale mutamento della tecnica manuale.
A questo punto, per orientarsi nelle differenze e nelle dinamiche ovviamente non serve certo un trattato di armonia....invece il corpo deve richiamare tutta l ́esperienza e la consapevolezza del contatto con un’energia in movimento: le masse, i fluidi e quindi anche il vento, l ́energia delle onde, le differenze di calore, luce etc. ma anche la pratica dell ́essere in movimento e dei ritmi del mondo meccanico.
Mani. Stereos oscilla tra il vuoto e un’ininterrotta energia esplosiva. Il brano è stato ideato e realizzato per Krassimir Sterev (Stereos), la cui eccezionale sensibilità corporea e creatività strumentale sono stati i punti di partenza del lavoro, e a cui va la mia profonda riconoscenza.
Federico De Leonardis: Pastorale e Catena 1987